Come El kann pe li Agnelli - MEMORIALI I - Adriano Marenco

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“Come El kann pe li agnelli”. Non è un semplice testo drammaturgico, è un vortice, un meraviglioso turbine, che avvolge la mente del lettore e la spinge a visioni inaudite. Senza pause, senza scampo. Una giostra di invenzioni che usa tutte le tecniche teatrali per snodare e snidare le storture della storia, della politica, dell’economia. 
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Una perfetta sintesi del procedimento mi pare che sia nella battuta: “Questo capitalismo che cresce dentro di noi fino a mangiarci dentro. A farci cattivi o morti”. Profezia del finale senza speranza dove un agnello divora l’altro. Direi che, con maggiore causticità, il testo ricorda quelli per burattini di Garcìa Lorca, anche se questi sono più limitati sul piano delle variazioni. Qui c’è la libertà dell’impossibile per dire la mostruosità della realtà. 


L'autore
Adriano Marenco autore attivo in Italia e Polonia. Laureato in Storia e Critica del Teatro all’università La Sapienza di Roma. Ha lavorato come giornalista culturale per Il Manifesto e La Rinascita della Sinistra. Direttore artistico della collana teatrale “scena muta” per Edizioni Progetto Cultura. Cofondatore delle compagnie Patas Arriba Teatro e Collettivo Lubitsch. I suoi testi più rappresentati sono “Jansi La Janis sbagliata”, “La Casta Morta”, “Giovanna sotto il sego del tempo” e “La favola nera del boia in tutù”. Ha pubblicato un romanzo, “La palude e la balera”, una pièce tradotta in polacco e in italiano “UmarⱢa kasta-La casta morta”, la pièce “Sotto questo crollo” (vincitore del Premio Internazionale Città di Castrovillari, e del Premio Letterario Nazionale La Clessidra), tre monologhi “Il pasto degli schiavi”, “Jansi la Janis sbagliata”, “Lilac – in morte di JB” (Testo finalista del concorso Per voce sola sotto l’egida della Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse di Genova), un poema “La fenice cieca” (Poema vincitore del premio La Repubblica delle Lettere), la pièce “Monco & Ciecos’”, vari racconti su libri e riviste. Ha lavorato con Mamadou Dioume che ha messo in scena il suo testo “Disumano è l’affetto” (Testo Menzione d’Onore al Premio Internazionale Città di Castrovillari) per la compagnia AnnaCuculoGroup-Non Io Teatro. Il suo testo “Immemoria” è Finalista al Premio “Teatro Musica e Shoah” Per la compagnia Patas Arriba Teatro, della quale è cofondatore, ha scritto e collaborato con Alessandra Caputo ai testi di: “Jansi la Janis sbagliata” (monologo rappresentato in Italia e Polonia, vincitore di Inventaria), “Il pasto degli schiavi”, “Lady Holiday Mississippi Drunk”, “Il pelo della luna”. Il testo “La casta morta #senzailpoteresimuore” scritto per il centenario di Tadeusz Kantor, è stato messo in scena in Italia dai Patas Arriba Teatro e in Polonia dal Teatr Nowy di Cracovia (UmarⱢa kasta, Nomination al premio Transfer 2015 - spektakl sezonu w Radiu Kraków) e presentato alla Cricoteka. 

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“Come El kann pe li agnelli”. Non è un semplice testo drammaturgico, è un vortice, un meraviglioso turbine, che avvolge la mente del lettore e la spinge a visioni inaudite. Senza pause, senza scampo. Una giostra di invenzioni che usa tutte le tecniche teatrali per snodare e snidare le storture della storia, della politica, dell’economia. 

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