La pace derisa - Maria G. Minotti Beretta
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Ispirata dalla sua storia personale e dalla storia del suo essere nel mondo nei suoi aspetti più intensi: la nascita, la vita, la morte, il destino, Maria Grazia Minotti ripensa il discorso poetico come quello dove a parlare è una voce limpida e arcaica. Superato un breve periodo di silenzio, la poetessa ritorna alla poesia con parole intime e remote, un libro che viene da lontano, frutto di un dialogo intenso con la tradizione.
Dopo gli iniziali canti di evocazione familiare, questa raccolta, segnata da una profonda riflessione sul senso del tempo, si apre con la poesia “a mio padre adottivo” che porta in sé l’eco degli antichi carmina latini, dove la poetessa intende recuperare la potenza nominante delle parole, dentro uno spazio rigoroso, secondo una precisa misura: «Era un burbero benefico, che ho amato come padre». L’autrice è ormai distante dalle esperienze poetiche di inizio, la parola da innamorata è diventata remota, custode del tempo, capace di riportare in superficie qualcosa di nascosto che è in noi, non tratta più di suggestioni rapinose. Le parole, dunque, non vanno disperse, ma concepite come rivelatrici di senso, per questo il libro assume la forma di una domus, con i suoi ombrosi atrii, i suoi assolati giardini. Un luogo protetto, evocativo e fantastico, metafora generativa di questi versi che rivelano la natura dialogica della nuova poesia di Maria Grazia Minotti Beretta. I temi della poesia ci sono tutti: i ricordi della guerra e del dopoguerra, la malinconia e la solitudine, l’interrogazione sull’essere e sul morire, la fragilità e l’attesa, il desiderio che sconfina nella delusione, la trepidazione del sentire, l’amore e l’amicizia come beni che perdurano all’ansia e alla pena, l’urgenza di chiudere in una frase, nel cerchio di una sapienza solo per poco ritrovata, una risposta. Così, come un’antica domus accoglie il mondo e custodisce la forza di un’immagine, di un pensiero, ciò che è più prezioso, la poesia della Minotti assorbe nella spoglia interiorità dei versi sia la semplicità severa della cerchia familiare che la tensione verticale verso l’alto, verso il cielo, verso la storia, verso la ricchezza drammatica dei suoi affreschi.
L'autrice
Maria Grazia Minotti Beretta è nata a Milano in piena guerra, sotto i bombardamenti. Il padre, Ettore Minotti, partigiano, è stato mitragliato dalle SS Sicherheits il 7 aprile 1945, la madre e la nonna la lasciano due anni dopo; figlia adottiva, si sposa giovanissima, ha due figlie, ha coltivato la poesia e il pianoforte tenacemente fin da giovanissima; dopo alterne vicende da Desio si trasferisce in Toscana, pubblica quindici libri di poesia che hanno riscosso riconoscimenti letterari. La poesia resta ancora oggi la sua compagna fedele, la sua nicchia e il suo specchio.