
L'olimpo dei cantici

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In questa corposa silloge salta immediatamente agli occhi la prolificità della parola, indissolubile al profluvio di immagini che si inseguono su uno sfondo di tenue levità e di giocosa leggerezza. I frequenti richiami alla mitologia classica assumono toni di un palese manierismo: «Omaggio alla Venere dell’imperiale passione/ che nelle celle segrete deposita l’amore/ per rendere eterno ciò che non muore/ e nel colto desio bolle ogni suo tocco». Altrove compare, a sorpresa, un registro colloquiale: «Ah! Se potessi riacchiappare il tempo!». Se a questo si aggiunge l’adozione di altri codici linguistici (ad esempio le parole in latino) si può individuare in una consapevole varietas il tratto più sicuro e compiuto dei versi di questa raccolta.
Luciana Capece vive a Roma ma è nata in un lembo di terra grecanica: Riace, un puntino sulla mappa geografica di grande rilievo archeologico, le cui distese floreali emanano il vivo effluvio dei gelsomini. Ha vin-to numerosi premi ai concorsi cui ha partecipato e ha ottenuto riconoscimenti per le sue opere - conosciute ed apprezzate anche all’estero - da parte di personaggi famosi. È stata insignita con Diploma di Merito nell’edizione 2008 del Premio Letterario S.N.A.S.A. (Sindacato Nazionale Autonomo Scrittori Autori) per la valida poesia espressa nella cultura europea.