Registro di bordo

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Tu scrivi, caro Mario, che il tuo libro tratta di «fonemi, reperti fossili e poli-scritture», che addensa nel suo stile una condizione frastica tra le più variegate e pluriestetiche. Ed hai già dato la chiave per l’ermeneutica della tua poesia. La tua è poesia-pop: pop-spot, pop-bitcoin, pop-jazz, pop-corn, pop-poesia, poesia da tavolino da bar, poesia da bar dello spot, nuovissima, da gustare con un Campari soda

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Tu scrivi, caro Mario, che il tuo libro tratta di «fonemi, reperti fossili e poli-scritture», che addensa nel suo stile una condizione frastica tra le più variegate e pluriestetiche. Ed hai già dato la chiave per l’ermeneutica della tua poesia. La tua è poesia-pop: pop-spot, pop-bitcoin, pop-jazz, pop-corn, pop-poesia, poesia da tavolino da bar, poesia da bar dello spot, nuovissima, da gustare con un Campari soda e una quisquilia del TG in mezzo ai rumori difondo: intermezzi, nanalismi, banalismi, gargarismi, truismi, incipit, explicit, inserti pubblicitari. Sei il Warhol della pop-poesia italiana. Il che non èpoco. La pop-poesia che si gusta con le patatine fritte del Mc Donald’s e un caffè al Ginseng la mattina, e la sera, prima di andare a dormire con unabustina di Maalox plus. Registro di bordo è un viaggio, anzi, un viaggio-sosta nella indeterminazione delle parole; quelle parole raffreddate, iberna-te, insaponate con cui l’uomo di oggi è costretto a coabitare, e con le quali cisi trova a proprio agio, coinquilino forzato del banale. È il nuovo viaggio diUlisse tra le parole precotte, didascaliche, tra le parole della discarica, paro-le della fatticità alle quali non può richiedersi alcuna ermeneutica che nonsia della mera fatticità: specchi per le allodole, specchi di specchi, frammenti di specchi andati in frantumi, frantumi di frantumi. Poesia ipoveritativa,sub-minimal, poesia-trash, poesia-spam, poesia-crac.Dinanzi ad un libro del genere ci sarebbe da allarmarsi, se non fossimo giàallarmati da par nostro, tutti già soggiogati dal sortilegio del banale. Un librob eneaugurante perché tocca il fondo delle cose, e così conduce la banalità alsuo  epilogo.  Una  poesia  epilogo,  riepilogativa  del  nulla  nel  quale  siamo immersi.(Giorgio Linguaglossa)

 

L'autore

Mario M. Gabriele è nato a Campobasso. Poeta e saggista, ha fondato nel1980 la rivista di critica e di poetica “Nuova Letteratura”. Ha pubblicatoraccolte di poesia, alcune tradotte anche in inglese, monografie e antologiedi autori italiani del Secondo Novecento e, in questa stessa collana, le rac-colte L’erba di Stonehenge (2016) e In viaggio con Godot (2016). Suoi versisono presenti in numerose antologie poetiche. Alla sua opera, nel tempo, siè interessata la critica più qualificata. Cura il Blog di poesia italiana e stra-niera Isoladeipoeti.blogspot.it.  

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