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Haiku d’un risveglio verde e rosa di Giorgio Fabretti
Haiku d’auguri 2020 a Gigliola Cinquetti
sboccia giglio là
volan cinguettii di qua
in stagion d’amar
Haiku d’auguri 2020 a Izumi Chiaraluce
sole che sorgi
su izumi chiara luce
dona arte e splendor
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Questo libro ha la forma di un diario, iniziato nel periodo del lockdown, in cui sono raccolti haiku scritti a commento degli stati quotidiani e trasmessi via WhatsApp come testimoniato dalla grafica ripetitiva del nome e dell’ora di chi invia.
L’Autore, Giorgio Fabretti, è uno storico e un arcade, erede e discendente di Raffaele Fabretti (1620-1700), “Principe della Romana Antichità” e fondatore dell’Accademia dell’Arcadia (1690). Gli haiku erano noti a Raffaele perché sperimentati già dal secolo XVII secondo la moda antiquaria delle “cineserie” diffusa da Athanasius Kircher, che ebbe molta influenza sullo studio dell’orientalismo e la cui opera fu molto apprezzata dal Fabretti, che era divenuto il più influente “antiquario” (all’epoca assimilato all’archeologo) romano svolgendo, in pratica, le funzioni dell’attuale “Soprintendente Archeologico di Roma.”
Il suo discendente, Giorgio Fabretti, storico anche lui e antropologo, grande viaggiatore, curiosando tra le antichità avite non poteva non cimentarsi nella forma poetica dell’haiku, anche se con un diario scritto “di getto” in forma più “rustica” che “erudita”.