Appesa a un filo, silloge di Silvana Palazzo

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Il mondo poetico di Silvana Palazzo in quest’ultimo felice volume corrisponde al mondo interno della retroflessione del pensiero che pensa il mondo. Gioia, amore, dolore, angoscia, illusione, disillusione, ignoto, omicidio, disperazione sono gli esistenziali che popolano la poesia della poetessa calabrese, una condizione altamente instabile: essere appesi a un filo, esposti alla oscillazione dei venti e delle intemperie, una condizione umana votata alla incertezza e al pericolo.

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Il mondo poetico di Silvana Palazzo in quest’ultimo felice volume corrisponde al mondo interno della retroflessione del pensiero che pensa il mondo. Gioia, amore, dolore, angoscia, illusione, disillusione, ignoto, omicidio, disperazione sono gli esistenziali che popolano la poesia della poetessa calabrese, una condizione altamente instabile: essere appesi a un filo, esposti alla oscillazione dei venti e delle intemperie, una condizione umana votata alla incertezza e al pericolo.
Scrittura narrativizzata caratterizzata da sorprendenti interruzioni – impressioni quotidiane colte con agili tecniche della ripresa continua e interrotta –, che potrebbero essere interpretate anche come volontarie citazioni del linguaggio filmico. L’occhio sensibile ai dettagli, alle casualità, a ciò che abitualmente si trascura nella quotidianità, il desiderio di toccare la realtà mentre si fa e si disfa dinanzi a noi, il culto per ciò che è stato dimenticato, smarrito, rimosso. Una visione dialettica della immobilità. Questo è propriamente la scrittura top pop di Silvana Palazzo.           (Giorgio Linguaglossa)

L'autrice
Silvana Palazzo, poetessa calabrese fondatrice e direttrice della Rivista “Redazione Unical”, è autrice di testi di saggistica sul fenomeno mafioso e criminale per l’Università della Calabria e di testi poetici. Per la poesia ricordiamo: Relazioni di Psiche (2009); Insomnia a Barcelona, in italiano e spagnolo (2010); Il meme è un seme (2011); Poesie di un’estate (2015); La giusta strada del ritorno (2016); Le peonie vivono ancora (2017); La mia faccia senza trucco (2018); Il poeta descrive la vita (2019) e filastroccheeee (2019). È presente in diverse antologie, tra cui: L’impoetico mafioso (2010) e Il rumore delle parole. 28 poeti del Sud, Antologia a cura di Giorgio Linguaglossa (2014). Ha ideato e diretto sulla rivista “Redazione Unical” un Laboratorio di Scrittura Creativa.

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Il mondo poetico di Silvana Palazzo in quest’ultimo felice volume corrisponde al mondo interno della retroflessione del pensiero che pensa il mondo. Gioia, amore, dolore, angoscia, illusione, disillusione, ignoto, omicidio, disperazione sono gli esistenziali che popolano la poesia della poetessa calabrese, una condizione altamente instabile: essere appesi a un filo, esposti alla oscillazione dei venti e delle intemperie, una condizione umana votata alla incertezza e al pericolo.

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