5475 graffi, di Freya Treutmann

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Traduzione e cura di Armando Rotondi
Il protagonista è un ex-prigioniero – o ex-prigioniera, visto che il genere non è affatto importante – che è appena stato rilasciato da una routine nauseante, ma, tornato in libertà, lotta per affrontare il suo nuovo essere reintegrato nel mondo. È una realtà “graffiata”, quella dipinta da Treutmann, basata sulla menzogna della possibilità di scelta. 

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Treutmann riflette sull’alienazione dell’essere umano e sulla possibilità di essere integrato o escluso dalla società, come anche notato nel saggio in postfazione al testo teatrale. Sono interessi, questi, rivolti al ruolo dell’essere umano nella società e di come noi formiamo una nostra identità collettiva e individuale molto vicini alla mia sensibilità di regista, drammaturgo e performer.


L'autrice
Freya Treutmann è un’attrice, performer e scrittrice di Berlino. Si è laureata con lode presso la Liverpool John Moores University conseguendo la laurea magistrale in recitazione e teatro. Con un background accademico e professionale anche in studi di comunicazione, media e linguistica presso la Freie Universität di Berlino, nonché in danza e canto, Treutmann mira a sperimentare forme e strutture della scrittura e dello spettacolo, sfidando e rompendo i modi di narrazione lineari e unidimensionali. È stata autrice, regista e interprete dei suoi drammi Scratch – A Lifetime, poi re-intitolato 5475 Scratches, ed Evidence of Codes come artista in residenza presso il Charioteer Theatre di Edimburgo nell’agosto 2018. Tra le altre sue drammaturgie si segnala anche Butterfly. Oltre a scrivere, creare e realizzare i propri progetti, Treutmann lavora come attrice, ballerina e cantante per varie produzioni teatrali, cinematografiche e televisive. È stata membro di compagnia del Galli Theatre di Berlino, dove si è esibita come protagonista in varie produzioni dirette da Marion Martinez, ed è stata assistente di Petr Manteuffel (StadtTheater).

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5475 graffi, di Freya Treutmann

Traduzione e cura di Armando Rotondi
Il protagonista è un ex-prigioniero – o ex-prigioniera, visto che il genere non è affatto importante – che è appena stato rilasciato da una routine nauseante, ma, tornato in libertà, lotta per affrontare il suo nuovo essere reintegrato nel mondo. È una realtà “graffiata”, quella dipinta da Treutmann, basata sulla menzogna della possibilità di scelta. 

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