Umana Farsa - versi in TERZA rima Nel Parco

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Dante, padre della lingua e della poesia italiana, scelse e plasmò il volgare, una lingua insieme ricca e densa, bassa ma capace di salire dall’Inferno fino all’indicibile del Paradiso. Mentre lavoravo all’Umana farsa mi convincevo sul campo che la sua metrica è capace ancora oggi di esprimere temi e sentire contemporanei (lo dimostrano già, senza che serva il mio apporto, illustri esempi della nostra poesia recente).
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Dante, padre della lingua e della poesia italiana, scelse e plasmò il volgare, una lingua insieme ricca e densa, bassa ma capace di salire dall’Inferno fino all’indicibile del Paradiso. Mentre lavoravo all’Umana farsa mi convincevo sul campo che la sua metrica è capace ancora oggi di esprimere temi e sentire contemporanei (lo dimostrano già, senza che serva il mio apporto, illustri esempi della nostra poesia recente).

Biografia

NOTA BIO-BIBLIOGRAFICA Maurizio Mazzurco è nato a Udine nel 1956. Si è laureato e vive a Roma. Fin da ragazzo ha scritto poesie, che per molti anni non sono uscite da una cerchia ristretta di amici e conoscenti. Ha pubblicato: Poetica, stampato in proprio, Roma, 1983; Non altrove, Lo Faro Editore, Roma, 1985; Latrando silenzi al vento, Enoteca Letteraria, Roma, 2016 (vincitore premio Patria Letteratura 2017); L’esperienza della vita, Edizioni Ensemble, Roma, 2018. È in stampa per Lithos Editore, Roma, la nuova raccolta Giochi innocenti con prefazione di Giorgio Patrizi. È stato accolto nelle antologie Porte, 2015, Tempo, 2017, Cammino, 2018, a cura di Maria Letizia Avato, e Buchi neri e vuoti di memoria, 2020, a cura di Vittorio Pavoncello e Luciana Raggi, Edizioni Progetto Cultura, Roma. Ha avuto menzioni di merito al premio Albero Andronico 2017 e al premio La Clessidra 2019. Ha curato l’edizione italiana di Voces desde la orilla (Voci dalla riva, traduzione di Claudio Fiorentini) della poetessa peruviana Ana Varela Tafur, in stampa per Edizioni Progetto Cultura, Roma. Con Fabio Sebastiani e Luciana Raggi ha promosso Gabbia no, poemetto collettivo in terza rima, Edizioni Progetto Cultura, Roma, 2020 (prefazione in versi di Dante Maffia). I suoi versi sono stati scelti per alcuni spettacoli di teatro-poesia. Ha avuto occasione di portare la poesia nelle scuole primarie e secondarie.

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Dante, padre della lingua e della poesia italiana, scelse e plasmò il volgare, una lingua insieme ricca e densa, bassa ma capace di salire dall’Inferno fino all’indicibile del Paradiso. Mentre lavoravo all’Umana farsa mi convincevo sul campo che la sua metrica è capace ancora oggi di esprimere temi e sentire contemporanei (lo dimostrano già, senza che serva il mio apporto, illustri esempi della nostra poesia recente).

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