Alcuni particolari della vicenda inducono Priamo a pensare che possa trattarsi di omicidio, anche se il referto medico esclude tassativamente la morte violenta.
Come già descritto nei due precedenti romanzi questo strano personaggio, l’investigatore lieve e improbabile, l’uomo schivo e sognatore, è costretto suo malgrado a misurarsi con un altro caso complicato del quale avrebbe fatto volentieri a meno.
Il “pool” che gestisce le indagini è composto dalla sua tradizionale “spalla”, Antonello, autodidatta credulone e scaramantico e dall’agente scelto Onofrio Pallotta, proveniente dal lontano Molise, che evidenzia un sapere antico frutto di una radicata cultura contadina oltre ad una forte connotazione politica.
La vicenda si dipana tra tiepidi entusiasmi investigativi e meste ricadute nel ginepraio della burocrazia, tipica degli apparati di polizia.
Il finale a sorpresa restituisce slancio e ottimismo a tutti i protagonisti della vicenda, anche se all’ispettore Melis rimane un sottile rimpianto per tutte le occasioni che la vita gli ha offerto e che non è riuscito a cogliere.
L'autore
Massimo Marinelli, molisano di Agnone ma residente a Roma da oltre quarant’anni per motivi di lavoro, ama ambientare i suoi racconti a Bosa, piccolo centro della costa nord occidentale della Sardegna.
Le prospettive asimmetriche e colorate del quartiere medievale di questo centro e le suggestioni che promanano dal dedalo dei suoi vicoli rappresentano, secondo l’autore, lo scenario ideale dei suoi noir, da qualcuno definiti “mediterranei”.
Ha già pubblicato Via Ultima Costa e Una improbabile verità.