LES CHOSES DE LA VIE- M. L. Colasson
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. La Colasson, al contrario degli autori ipoveritativi che della ipoverità ne fanno un sistema significazionale, adotta le ipoverità per mostrarne l’involucro. La «nuda vita delle parole» qui dà luogo alla «nuda verità ipoveritativa» della poesia kitchen; assistiamo alla scomparsa totale della punteggiatura e alla quasi disparizione dei verbi, il che implica l’eclisse totale dell’io plenipotenziario; le onomata risultano galleggiare sulla superficie di un tessuto grammaticale alleggerito, raffreddato, iperbarico. L’assenza dei verbi è la spia segnaletica di una nuova situazione ontologica del linguaggio che richiede l’assenza di azione verbale, di azione sulle cose che risultano galleggiare in uno spazio di albume, incolori e inodori; si assiste alla scomparsa del «destino»; le cose uscite fuori dal valore di scambio e dal valore d’uso si rivelano inerti, cose della «nuda vita», in quanto deprivate di significato. Se il realismo è lo stato vegetativo permanente della poiesis, la Colasson opta per la peritropè e la procedura serendipica, l’opera poietica torna così ad abitare il suo «luogo-non-luogo»: i sosia, gli avatar, le maschere abitano questo luogo «improprio» e lo fanno senza infingimenti e falsa coscienza; gli avatar sono gli estranei familiari, i fantasmi con cui conviviamo, e la poesia torna all’origine guardando al futuro, anzi, provenendo dal futuro, un passo indietro che significa andare avanti, per una poiesis che abiti il futuro come suo luogo più proprio.
L'autore
Marie Laure Colasson è nata nel 1955 a Parigi e vive a Roma. Pittrice francese, ha esposto in molte gallerie italiane e francesi, sue opere si trovano nei musei di Giappone, Parigi e Argentina, insegna danza classica e contemporanea ed è coreografa di danza contemporanea, è redattrice della rivista on line lombradelleparole.
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