Pecore nere, anime pure, Katia Picciariello

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L’autrice sin dalla prima pagina ci invita ad avvicinarci alla poesia come quando non si trovano le chiavi, ossia lascia al lettore la scelta della chiave interpretativa dei testi: come quando non trovo le chiavi /e la sua pelle brama il mio canto. 
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In Pecore nere, anime pure non possono mancare i personaggi e le loro storie vissute e condivise direttamente dall’autrice come in un affresco felliniano nelle sensuali e spietate adolescenze, i testi perciò si diramano in versi talvolta disomogenei che seguono il ritmo del frammento, dell’epigramma, dell’aforisma o della frammentazione interiore...  
Gianpaolo G. Mastropasqua

Katia Picciariello nasce nel 1979 da genitori lucani emigrati a Montréal, dove trascorre la sua infanzia. Dopo aver lavorato come animatrice, promoter e modella, nel 2005 si sposta a Roma dove consegue la laurea in Scienze Politiche alla Sapienza. Dal 2009 pubblica poesie, fotopoesie e recensioni di libri e album musicali sulla rivista indipendente A6 Fanzine. Dal 2011 è autrice e conduttrice - con lo pseudonimo Lilith - del programma “musicopoetico” Senza Parafrasare nella webradio romana Radio Kaos Italy dove dal 2018 co-conduce il programma d’intrattenimento Avanti Tutta. Autrice del saggio C’era un grande prato verde. Vent’anni di Fiat-Sata a Melfi e performer teatrale, scrive versi dall’età di dieci anni ma, fino ad ora, non aveva mai pubblicato una silloge.

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L’autrice sin dalla prima pagina ci invita ad avvicinarci alla poesia come quando non si trovano le chiavi, ossia lascia al lettore la scelta della chiave interpretativa dei testi: come quando non trovo le chiavi /e la sua pelle brama il mio canto. 

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