I presupposti teorici di questo lavoro collettivo e la presenza di regole abbastanza rigide da seguire hanno fatto in modo che sia il passato che la contemporaneità trovassero un proprio spazio e che tradizione e innovazione si potessero arricchire reciprocamente. […]
È il silenzio la grande culla della parola, soprattutto della parola poetica. È un silenzio fertile e ancestrale che per essere attinto chiede il nostro personale silenzio, la nostra introspezione profonda. […]
Il silenzio ha in sé un potere seduttivo che esula dalla sua “utilità”, come il canto delle sirene ha una forza di attrazione che mentre la vivi ha la capacità di tirarti fuori dallo spazio e dal tempo e contemporaneamente sa farti immergere nel reale in un modo tuo e autentico.

(Dalla nota dei curatori)