Le guerre, i massacri, le torture, le ingiustizie che intere popolazioni avevano sofferto per secoli, a causa dei litigi continui dei potenti  capi che si erano alternati negli ultimi duemila anni a dirigere il mondo, non potevano restare impuniti. Ancora sangue, nel ventunesimo secolo, veniva versato da giovani ragazze solo perché non coprivano il proprio viso con il chador.
Erano gli uomini, è vero, che infliggevano queste punizioni ma la loro mano era guidata da un’entità superiore che non poteva ignorare tali barbarie semplicemente perché era onnipotente, onnisciente e onnipresente: era Dio!      

Lucio Naclerio nasce ad Agerola (Napoli) nel 1951. L’infanzia la trascorre in una casa colonica in aperta campagna, affacciata sull’intero paese. In lontananza, vedeva i campanili delle numerose chiese svettare, alti e prepotenti, sulla lussureggiante vegetazione, muti testimoni della presenza di Dio e del potere della Chiesa cattolica su tutte le anime dei compaesani. Questa fede religiosa, subita passivamente nell’infanzia, nel corso dell’adolescenza e della maturità, grazie anche agli studi scientifici, sarà messa sempre più in discussione fino a giungere alle conclusioni raccontate in questo libro. Il lavoro di medico rianimatore, svolto nel più grande ospedale del sud Italia, gli permetterà di rafforzare le sue convinzioni. All’età di 59 anni, raggiunta la pensione, lascia l’attività ospedaliera per dedicarsi agli affetti familiari e ai suoi hobby preferiti come il tennis, la pesca, la lettura e la scrittura. Ha già pubblicato, nel giugno 2016, La cintola.