Poetry Kitchen 2023
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La poetry kitchen di questa Antologia Poetry kitchen 2023 è una struttura complessificata che vede la convergenza di una simultaneità di spazi, di tempi, di frasari allotri: è una hilarotragoedia, una tragicommedia. C’è una corrispondenza biunivoca fra la sintassi e la semantica: la semantica inaugura un movimento di sensi e di significati, costruisce una narrazione, una storia; la sintassi dipana un ordo, definisce uno stato, edifica una tradizione. La fine della metafisica che implica la fine della tradizione ha prodotto un capovolgimento fra l’alto (il sublime) e il basso (il volgare). La «nuova poesia» crea le sue «nuove» categorie ermeneutiche. La «nuova poesia» è nient’altro che «una messa in scena» con annesso e connesso la cancellazione del simbolico e del sublime. La sublimazione presuppone la rimozione, è per questa ragione che la «nuova poiesis» avendo cancellato la sublimazione può fare a meno, correlativamente, anche della rimozione. Finalmente libera, la «nuova poiesis» può estendersi sulla superficie della estimità, e anche della intimità o interiorità che della rimozione ne è storicamente il prodotto alienato e contraffatto. La nuova fenomenologia del poetico, la poetry kitchen, si muove all’interno di una zona di interoperabilità tra gli oggetti (interni e esterni) e gli attanti, una zona di discretizzazione di tutte le funzioni della trasduzione, essendo la trasduzione nient’altro che il processo di trasformazione (interoperabilità) degli elementi che non esistevano prima che prendesse luogo il rapporto di trasduzione; è solo un gioco di specchi - direbbe il mago Woland - un gioco di scacchi, di fuochi d’artificio, una collezione di figurine bizzarre, una bizarrerie. La «nuova poesia» preferisce la folla e il rumore al silenzio ovattato della poesia elegiaca e del romanzo memoriale, è affollata in modo assordante dalla presenza del «mondo», in essa si assiste al «mondeggiare» del mondo e al «coseggiare» delle cose con tutte le loro acrobazie e follie; heideggerianamente, c’è la presenza della «terra», con tutta la sua pesantezza e voluminosità che ingombra. Le funzioni poetiche diventano così meri sketch, espedienti. E gli espedienti diventano meri scambi di interoperabilità degli elementi del rapporto trasduttivo, la nuova noesi si nutre di nuove tecnesi.