Gioco Estremo

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Il libro

Oggi la bulimia è una patologia molto diffusa tra i giovani, distrugge le famiglie e dà il senso della solitudine con cui si è costretti a fare i conti. Questo libro è la cronaca, scottante e coinvolgente, di un vero caso di bulimia, un caso difficile ritenuto non facilmente recuperabile, cui si sono dedicati equipes, esperti e centri specializzati senza risultati, ma che poi è andato a buon fine! Un caso che rivela una difficoltà di ascolto anche da parte degli addetti ai lavori, la paura di mettersi in discussione, di rischiare. Si ascolta poco, si è incapaci di silenzio e di riflessione, di guardare nell’animo mentre continua a dominare l’apparire, la mistificazione e la falsificazione di tutto. C’è un decadimento generale: sintomo che quello che stiamo vivendo è uno dei momenti più neri della nostra storia.

 

L'autore

Mario Ricotta è nato aMussomeli, provincia di Caltanissetta. Laureato in medicina all’Università di Palermo, si è specializzato in Psichiatria all’Università di Catania. Ha pubblicato numerose opere teatrali fra cui La Bottega all’angolo, messa in scena in prima nazionale dalla Cooperativa “Teatro nuovo” di Palermo nel 1989. Per la narrativa, ha pubblicato Racconti neri e grotteschi (1996) e, con Edizioni Progetto Cultura, il romanzo La mia santità, che ha avuto due edizioni (2005 e 2006) e numerose ristampe, oltre alla raccolta Racconti per caso (2009). Si sono occupate di Mario Ricotta molte personalità: scrittori, critici, poeti, filosofi, attori, musicisti, registi e docenti universitari di diverse discipline.

 

Incipit

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Anche a sfiorarlo con un dito sarebbe sicuramente caduto. Era un miracolo che mantenesse ancora la stazione eretta (barcollando), con gambe e braccia talmente sottili da poterli annodare. Senza muscoli, senza carne, senza forma, senza sguardo con occhi incavati, appassiti nel viso emaciato. La pelle secca e disidratata come una mummia, veniva dal deserto lontano, era un morto vivente. Come mai non svaniva col sole del giorno? Era un morto vivente! E invece riusciva a sedersi, spossato dalla fatica, davanti a me, accanto a sua madre e suo zio materno che si alternavano a raccontare il lungo calvario di quella malattia in un pellegrinaggio inutile da un medico all’altro, da una struttura all’altra, con tutti gli esperti, con tutte le equipes. Mi lascio trasportare dalla voce lamentosa della madre, smarrita e disperata. “Possibile che nessuno di quei luminari era riuscito a risolvere il male terribile del figlio?” Anzi un cattedratico importante l’aveva impressionata “Signora, è lei che si deve curare.” Aveva in tal modo incoraggiato il figlio nella sua smodata ingordigia!

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