Kairòs
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Il libro
Nell’antichità greco-romana Kairòs era la divinità che personificava l’occasione, il momento opportuno, destinato a presentarsi fugacemente un’unica volta, per non ricomparire più. Così Francesca Innocenzi, nella sua prefazione, interpreta il titolo della raccolta di Marco Zanelli come allusione all’unicità di ogni opera compiuta. Tracce della tradizione letteraria si colgono, innanzitutto, nella metrica: componimenti in forma di sonetto, uso frequente dell’endecasillabo, rime alternate o incrociate. L’ispirazione ellenica suggerita dal titolo ritorna nel dramma in appendice, incentrato sulla figura dell’eroe tragico Edipo, emblema dell’uomo cui non è lecito oltrepassare il confine stabilito.
L’autore
Marco Zanelli, nato a Brescia nel 1989, risiede a Roncadelle (Bs) e frequenta il secondo anno di Lettere classiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, nella speranza di poter insegnare, un giorno non lontano, quelle discipline con le quali è culturalmente cresciuto. Ha quattro hobbies: leggere, scrivere, guardare la televisione e giocare a calcio. All’inizio scriveva racconti di fantasia, adesso preferisce scrivere poesie che raccontino la realtà. Con alcune ha vinto premi, tra i quali, nel 2008, il XIII Concorso Internazionale di Poesia “Arnaldo da Brescia”. Kairòs è la sua prima pubblicazione.
Una poesia a caso
Lumi d’eterne pagine baluginano un timore sommesso: il poeta non capisce l’amore, corpo altro da lui stesso; nello specchio frastagliato del cuore coglie soltanto il diverso riflesso d’una stessa (forse anche propria) immagine.