Il canto delle cicale
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Il libro
L’estate indimenticabile di un gruppo di ragazzi cui fanno da cornice le notti magiche dei Mon-diali di calcio del ’90. Mentre le “Cicale” cominciano a cantare e non vorrebbero smettere mai, nascono amori travolgenti, indimenticabili, di quelli che tolgono il respiro e fanno brillare gli occhi, di quelli che si vorrebbero eterni. Come sottofondo, le prime canzoni degli U2 e di Bon Jovi, dei Duran Duran e degli Spandau Ballet che con le loro note scandiscono i giorni e le av-venture, le speranze e le paure dei giovani di quei meravigliosi anni.
L’autrice
Emiliano Foltran, nato a Colleferro (Roma) nel 1973, ha fatto della scrittura una grande passione che coltiva, insieme a quelle per la musica e per lo sport, nel tempo libero. Ha scritto diversi romanzi, custoditi nel cassetto della sua scrivania, che ama scherzosamente definire “la cassaforte dei sogni”. Ha inoltre composto molte poesie, che presto racchiuderà in un volume unico insieme ai testi di canzoni scritte con il suo gruppo di musica rock, di cui è il vocalist. Con Flavia, cui è sentimentalmente legato, stanno progettando una vita insieme. Attualmente è impegnato nell’elaborazione di un nuovo progetto letterario.
Incipit
CAPITOLO UNO
«Michele, noi usciamo per fare la spesa, torniamo all’ora di pranzo... e continua a studiare!» tuona sua madre con voce alta. Il marito l’attende mansueto sulla porta mentre lei con lo sguardo verso un punto morto aspetta la risposta del figlio.
«Ok mà... ok...» ammicca con un tono quel tanto che serve perché la madre senta. La porta di casa si chiude, Michele si alza, andando verso la cucina per mandar giù un boccone. È in piedi dalle otto per studiare, l’orale della maturità è tra quattro giorni e deve ancora finire il ripasso del programma d’italiano. È preoccupato, ma crede di farcela, soprattutto dopo aver visto gli esami di alcuni suoi compagni di classe e, avendo saputo con certezza che avranno esito positivo, ha sospirato con sollievo credendo di essere meglio preparato rispetto a loro. Poi il telefono che squilla lo distoglie da questi pensieri. «Pronto… ciao Luca... sì esco nel pomeriggio alle cinque, ora sto studiando… ok anche per stasera, nessun problema, non mi perdo la Nazionale per nulla al mondo... c’è anche Chiara? Va bene vengo ugualmente... a più tardi!»