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L’orizzonte del verso è spesso squisitamente
L’orizzonte del verso è spesso squisitamente umano, di un umano che sa di condivisione e intimità: «Questo odore/ tuo un tempo ora/ mi appartiene». Il dato naturale è presente per similitudine in uno scenario il cui attore è l’uomo nel suo quotidiano dramma: «Le sue mani/cadute come foglie/su una sedia». Particolarmente riusciti mi sembrano tuttavia quei versi in cui l’ego sfuma in ampi spazi naturali dalle tinte rarefatte: «ora rincaso/scomparso nell’alba/e le colline».