Poemetto tra i denti
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Dal Qohélet fino ai borboglii di Beckett e agli ossi montaliani il negativo in poesia h a goduto di vere apoteosi. La vita umana – chiusa nel suo destino di distruzione e di morte – è stata giudicata come un castigo. Disfacendo così ogni speranza, re spingendo ogni atto e pensiero intesi alla grazia e alla durata. Salvo poi trovare, anche ne i più accaniti negatori, le te nerezze e le urgenze di chi sta e vuole re stare nel mondo. Bastino le lune e i garzoni leopardiani, le malinconie coniugali di Montale, certi spiragli nelle cupezze di Cioran.
Dalla Prefazione di Elio Pecora
Rita Iacomino
Nata a Torre del Greco (NA) nel 1962, vive a Roma. Dopo aver se-guito per alcuni anni il Corso di Studi Storico Artistici presso l’Università la Sapienza, lo abbandona e sceglie di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si diploma nel 1989. Nello stesso anno vince il Premio Montale con la silloge Luoghi impraticabili nella memoria (Scheiwiller, 1990). A partire da que-sta data affianca all’attività espositiva di opere grafiche e pitto-riche, letture poetiche in locali e teatri, pubblicando versi e prose in diverse antologie e riviste.Nel 1999 pubblica la raccolta Dura Verticale (Edizioni della Come-ta) e nel 2005 pubblica il racconto Gallina Albas (Derive Approdi). Nel 2010 vince il Premio Logos con la raccolta Amore di Silvia e Atlante, edita nello stesso anno da Giulio Perrone, quindi vince la III Edizione del Premio Nazionale di Poesia Quaderni di línfe-ra con la raccolta Poemetto tra i denti.Da alcuni anni collabora con David Santoro e Alex Mendizabal a sperimentazioni di tipo situazionista sulla parola e le identità poetiche, realizzando la performance Perifezie: poetica per juke box umani e portavoce e l’inedito Maite: le antifone.