Mi sembra una vita da reciderela vita di chi non sa decideremi sembra una vita sì da scioglierenell’acqua, in una polverinache di magico ha perso ogni potere

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Mi sembra una vita da interromperese non si rompe ogni tanto da solaper uno schiaffo, un urto tra due animeche ti fa perdere per un attimo il respiroe poi riparti più pieno nei polmoni.
(Da “Una vita da recidere”)

Dalla prefazione

La sostanza del tempo pone il dilemma di un apparente ossimoro che associa la dimensione temporale, fluida, mutevole e impalpabile per definizione, a un termine che nella sua scomposizione etimologica sembrerebbe ricondurre a un’immobile e placida stasi atemporale. Questo accostamento si motiva con l’umana esigenza di afferrare l’imperscrutabile, di plasmare demiurgicamente la materia informe con lo strumento della parola, enunciato cosmogonico condiviso da sacerdoti, maghi, filosofi, scienziati, scrittori.

L'autore

Raffaele Marzocchi è nato nel 1971 a Forlì, dove insegna Lettere al liceo. Ha sempre scritto poesie e partecipato a reading e concorsi, ottenendo pubblicazioni in riviste di settore  e  antologie. Per lungo tempo ha affiancato l’attività poetica a quella performativa, partecipando a laboratori e recitando con alcune compagnie teatrali di ricerca e con esponenti del nuovo teatro brillante (tra i quali Alessandro Fullin). Impegnato nel sociale, fa parte di Comunità per lo Sviluppo Umano e dell’associazione Reciprocità  che si battono per la cultura della “Non violenza” e realizzano progetti nei Paesi in via di sviluppo.