Antonio Lingria
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Un giallo sui generis, con il giusto dosaggio di azione e colpi di scena finale, che ruota intorno
a un barman, Gin, un giovane in perenne bilico tra un presente da vivere e un passato da decifrare. Uno spaccato di vita tra birra, alcol e spinelli, non sempre confortante, anche se un sentimento come quello dell’amicizia sembra, alla fine, dare speranza e senso a tutto, anche al
dolore. Con un ritmo e un linguaggio tambureggiante e cadenzato, prendono corpo via via i
personaggi Rum, Vodka, Triple, Sour, Tequila, Grand Marnier, Whisky che si alternano, si
susseguono, si mescolano, s’intrecciano, come nei drink o nei cocktail.
(Lamberto Picconi)
Antonio Lingria nasce nella degradata periferia di Napoli nel 1990, da padre napoletano e madre tedesca. Si iscrive all’istituto professionale alberghiero con l’intento di diventare un grande chef. Ottenuto il diploma, si stabilisce a Roma e comincia ad avvicinarsi alla letteratura interessandosi a grandi autori del ’900 come Charles Bukowski, John Fante, Kurt Vonnegut, ed autori contemporanei come Chuck Palahniuk e Irvine Welsh. Abbandonata la carriera di cuoco,
entra nel mondo dell’american bar e, lavorando come barman in locali notturni
e nell’attività della sua compagna, matura l’esperienza necessaria per scrivere
questo suo primo romanzo.