L'anima e il mattatoio
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Andrea Comincini attraversa la sofferenza per rigenerarla e rigenerarsi in un orizzonte catartico individuale e collettivo. Come richiama Valeria Soraci nella prefazione, di contro a una apatica indifferenza preferisce abbracciare quella che per lui è la croce del dolore, sapendo che il percorso da compiere non è dei più facili perché - come riecheggia anche nel titolo del libro - bisogna sopportare totalmente le ferite dello spirito e della carne per riemergere liberi. Nonostante l'amara constatazione di un mondo inquinato, il poeta intravede sprazzi di luce e di speranza quando si rivolge alla donna amata, “giaciglio della sua anima”, colei che sa tracciare un orizzonte di senso e donare uno sguardo salvifico quando la tempesta sembra farlo
naufragare, condannandolo alla disillusione.
andrea comincini è nato ad Alghero nel 1976. Laureato in filosofia a Roma
Tre, ha conseguito un Dottorato di ricerca in Italianistica presso l’ University
College Dublin, dove ha lavorato in qualità di Senior Tutor. Giornalista pubblicista,
e ricercatore indipendente, ha pubblicato una edizione critica
della Persuasione e la Rettorica di Carlo Michelstaedter, e una monografia
sullo stesso autore. Ha recentemente raccolto in volume alcuni suoi contributi
critici apparsi in riviste online (Itinerari filosofico-letterari, 2010). È stato
Helm-Everett Fellow presso Indiana University nel 2011. Nel 2012 ha curato e
tradotto delle lettere inedite di Sacco e Vanzetti (Altri dovrebbero aver paura,
Nova Delphi 2012), con prefazione di Valerio Evangelisti e un contributo di
Andrea Camilleri. Ha per ultimo pubblicato Voci dalla Resistenza (2012), una
raccolta di biografie e documenti sulla resistenza partigiana.