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Una scrittura, quella di Filippo De Angelis, tutta personale, evocativa - in diverse liriche - di memorie leopardiane e carducciane e pascoliane e foscoliane (ciò a dire che si ritrovano “parole” o versi che “risuonano”, gradevolmente, ad un cuore che sa), in un tessuto lirico molto efficace, in specie quando il poeta scuote lo sguardo sulla modernità, bieca nei suoi esiti e lacrimevole nei suoi riprovevoli approdi.
Ida Di Ianni
L'autore
Filippo De Angelis (Filiberto) nasce a Pietraforte, un piccolo borgo in provincia di Rieti, ove ancora resiste il carattere forte della Sabina romana. Ten. Colonnello dei Carabinieri, in pensione, è laureato in Scienze dell’Amministrazione presso l’Università di Siena. Viaggi nei ricordi e nel cuore tracciano la sua poetica, volutamente semplice e spesso diretta, forgiata dall’osservazione ravvicinata di un mondo contadino non sempre amico. Scrive anche in vernacolo, genere in cui predomina l’ironia nelle più variegate sfumature e forme. Presente in numerose antologie e vincitore di diversi concorsi, ha pubblicato tre raccolte di poesie: Peraforte de ’na ota e de mo’ (2010); E non è mai troppo lungo il giorno (2011); Er resto… so’ accessori (2012). È autore di commedie dialettali.