Come bianca è la neve

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Nico Valenti è un uomo che, alla soglia dei quarant’anni, vive la sua vita incurante di ogni forma di romanticismo e con l’unico scopo di soddisfare il suo marcato egocentrismo, soprattutto in campo lavorativo. Possiede un appartamento fatto su misura per lui, aborrisce ogni forma di convivenza ed è incurabilmente allergico ai racconti sentimentali dei suoi bizzarri amici; detesta presenziare alle patetiche riunioni con fratelli, nuore e loro urlante prole. Accumula una sequela di esperienze sessuali fini a se stesse e vive con altrettanta nonchalance la quotidianità. Si circonda di amicizie sincere, anche se da ognuna di esse trae il peggio per evidenziare differenze che lo portano, molto spesso, a sentirsi superiore, condizione che rafforza la sua personalità e che infonde sempre più sicurezza al suo carattere già abbastanza forte. Ma la vita lo porterà a vivere situazioni tali da mettere in dubbio, una dopo l’altra, tutte le sue convinzioni, come il ricordo di un flirt adolescenziale, un incontro casuale con una donna del suo passato e la visione di vecchi video di Baggio, di cui è stato un accanito sostenitore.  Diventerà suo malgrado molto più riflessivo, graduale cambiamento che si rivelerà, insieme al confronto con uno dei suoi fratelli, determinante al fine di una fatidica scelta: continuare un’esistenza effimera oppure assumersi delle responsabilità. Da allora in poi la sua  vita sarà incentrata su ciò di cui pensava di poter fare a meno, e l’arrivo di una misteriosa e ambigua vicina di casa sarà fondamentale più di ogni altra riflessione o consiglio.

Nico Valenti è un uomo che, alla soglia
dei quarant’anni, vive la sua vita incurante
di ogni forma di romanticismo e
con l’unico scopo di soddisfare il suo
marcato egocentrismo, soprattutto in
campo lavorativo. Possiede un appartamento
fatto su misura per lui, aborrisce
ogni forma di convivenza ed è incurabilmente
allergico ai racconti sentimentali
dei suoi bizzarri amici; detesta presenziare
alle patetiche riunioni con fratelli,
nuore e loro urlante prole. Accumula
una sequela di esperienze sessuali fini a
se stesse e vive con altrettanta nonchalance
la quotidianità.
Si circonda di amicizie sincere, anche se
da ognuna di esse trae il peggio per evidenziare
differenze che lo portano,
molto spesso, a sentirsi superiore, condizione
che rafforza la sua personalità e
che infonde sempre più sicurezza al suo
carattere già abbastanza forte.
Ma la vita lo porterà a vivere situazioni
tali da mettere in dubbio, una dopo l’altra,
tutte le sue convinzioni, come il
ricordo di un flirt adolescenziale, un
incontro casuale con una donna del suo
passato e la visione di vecchi video di
Baggio, di cui è stato un accanito sostenitore.
Diventerà suo malgrado molto
più riflessivo, graduale cambiamento
che si rivelerà, insieme al confronto con
uno dei suoi fratelli, determinante al fine
di una fatidica scelta: continuare un’esistenza
effimera oppure assumersi delle
responsabilità. Da allora in poi la sua
vita sarà incentrata su ciò di cui pensava
di poter fare a meno, e l’arrivo di una
misteriosa e ambigua vicina di casa
sarà fondamentale più di ogni altra
riflessione o consiglio.

 

L'autore

Emiliano Foltran nasce a Colleferro nel 1973, nella provincia romana a sud della Capitale. Lavora come operaio in una fabbrica di airbags, nell’attesa di dare un senso alla sua “cassaforte dei sogni”, dove giacciono romanzi incompiuti e idee per nuovi svolgimenti. Da sempre ha la passione per la lettura e la scrittura, che porta avanti con entusiasmo e dedizione, nella speranza che possa un giorno diventare un mestiere. Vive nella Città dei Papi e di sua madre, Anagni, insieme a Luana, e ha un figlio di sei anni, Damiano, che ama alla follia e con cui canta e balla “Babalù” di Alessandro Mannarino. Ha scritto diversi romanzi, tra cui “Il canto delle cicale” (2010), “L’eco delle cicale” (2014), pubblicati entrambi con Edizioni Progetto Cultura, e “Timida stella morente” (2015), edito da BookSprint. È tuttora impegnato nella realizzazione di nuovi progetti letterari, e scrive essenzialmente per non pagare un analista.

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