
I sonetti non finiscono mai

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Innumerevoli, insomma, gli spunti narrativi di questaraccolta, tanto ironica e divertente quanto provocatoria e irridente: motivi ispiratori, pretesti polemici, allusioni e/oprecisi richiami storici, letterari, politici… tutto snocciolato o meglio capato per il gusto, probabilmente, solo di raccontare in piena libertà, di giudizio e poetica, spaziando a tutto tondo. Non sembra ci sia un ordine, un copione, l’idea che se ne ricava, piuttosto, è quella di uncanovaccio vissuto prima in punta di pelle e poi di penna,tanto che l’insieme si presenta come un groviglio variegatoe multiforme, apparentemente difficile da districare. Verrebbe quasi voglia di rinunciare a trovare un filo, una logica, un fine ultimo…
L'autore
Giulio Gatti (Roma, 1941), pittore e poeta, amico di pittori e poeti, proveniente dagli studi classici e laureato in Legge, è un ex-funzionario pubblico che risiede da anni in provincia di Modena. Da sempre cultore appassionato del Belli, rispettosamente si propone, con questo lavoro, di riprenderne e trasmetterne, almeno in parte, lo spirito. Né letterato, né filologo, usa qui la parlata romanesca così come ascoltata e appresa, negli anni passati, fuori di casa, nel quartiere Prati e altrove, con gli amici, per strada, al bar, nei locali pubblici, in taxi o in tram, sperando che questa “favella” possa ancora essere trasmessa e amata nel futuro dei giorni bui che ci aspettano.
Sollecitato dagli amici, esordisce presso un Pubblico più vasto, dando alle stampe questo suo primo libro.