Il fantasma di Lacan

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Nella poesia di Mariella Colonna Filippone si verifica lo spostamento del baricentro narrativo, dal tempo cronologico (fondato sul presente, sull’«hic et nunc», assunto come unica realtà), ai tempi simultanei e compossibili. Si tratta di una scelta non da poco, per un duplice motivo. In primo luogo, per l’intrinseca labilità che sembra avere questa dimensione compossibile del presente.

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Nella poesia di Mariella Colonna Filippone si verifica lo spostamento del baricentro narrativo, dal tempo cronologico (fondato sul presente, sull’«hic et nunc», assunto come unica realtà), ai tempi simultanei e compossibili. Si tratta di una scelta non da poco, per un duplice motivo. In primo luogo, per l’intrinseca labilità che sembra avere questa dimensione compossibile del presente. La pratica poetica della poetessa «confonde» personaggi reali con i personaggi delle loro poesie (Evelyn, Miss Swedenborg, il «corvo», Marilyn, etc.), addirittura con certe situazioni che si trovano in altre poesie, fino a generare un senso di comunanza, fratellanza e anche di  coappartenenza; la poesia prende tutto da tutti. È d’obbligo sottolineare l’aspetto scenico della poesia colonniana, la sua natura squisitamente letteraria dove il soggetto si ritrova come osserva tore e autore al contempo di quella che può a tutti gli effetti essere definita la narrazione della sua mancanza, del suo venir meno: il Fantasma. Il Fantasma è, infatti, una entità frastica che rappresenta lacanianamente il limite del simbolico. La poesia abita una topografia fantasmatica, lì vediamo allestita la messa in scena del venir meno del soggetto di fronte al mancare della «Cosa», quella sorta di estrema quanto inconscia riparazione simbolico-immaginaria a un cedimento strutturale avvenuto a livello ontologico, cedimento da cui proviene ciò che Lacan chiama, nel suo significato più generale, il «soggetto parlante». 

 

L'autrice

Mariella Colonna Filippone, sperimentate le forme plastiche e del colore (pittura, creta, disegno), esordisce con la raccolta di poesie Un sasso nell’acqua. Nel 1989 vince il “Premio Italia RAI” con la commedia radiofonica Un contrabbasso in cerca d’amore, musica di Franco Petracchi (con Lucia Poli e Gastone Moschin). Suoi radiodrammi sono trasmessi da RAI 1. È coautrice del testo teatrale La follia di Giovanni (Premio Nazionale “Teatro Sacro a confronto”), realizzato e trasmesso da RAI 3. È coautrice del testo e video Costellazioni, gioco dei racconti infiniti in parole e immagini. Ha pubblicato inoltre: Fuga dal Paradiso. Immagine e comunicazione nella Città del futuro (corredato dalle sequenze dell’omonimo film di E. Pasculli); Guerrigliera del sole (2008); Dove Dio ci nasconde (2010); Due cuori per una Regina/una storia nella Storia (2011), opera scritta insieme al marito Mario Colonna; il racconto Giallo colore dell’anima (2012); L’innocenza del mare (2013); Paradiso vuol dire giardino (2014); sempre insieme al marito Mary Mary. La vita in una favola (2016). 

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Nella poesia di Mariella Colonna Filippone si verifica lo spostamento del baricentro narrativo, dal tempo cronologico (fondato sul presente, sull’«hic et nunc», assunto come unica realtà), ai tempi simultanei e compossibili. Si tratta di una scelta non da poco, per un duplice motivo. In primo luogo, per l’intrinseca labilità che sembra avere questa dimensione compossibile del presente.

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